Lo sviluppo delle fonti rinnovabili comporta la possibilità di generazione “distribuita” o addirittura “diffusa” in relazione al fatto che, per esempio, l’energia del sole è disponibile ovunque. Da ciò deriva quindi lo sviluppo di un grande numero di impianti di generazione di taglia medio/piccola rispetto alle grandi centrali elettriche tradizionali e quindi connessi anche alle reti di distribuzione in Media o Bassa Tensione.
Inoltre, le fonti rinnovabili sono tipicamente “non programmabili”, ovvero disponibili in relazione alla loro caratteristiche naturali (il sole nelle ore diurne, il vento in certe condizioni atmosferiche, ecc.), anche se “prevedibili” sempre meglio con appositi modelli.
Ciò comporta che la rete, che tradizionalmente era “passiva”, diventi “attiva”; il flusso di energia non è più solo unidirezionale dalle grandi centrali in AT verso le reti di distribuzione MT e BT, ma la generazione avviene in prossimità dei punti di consumo, quindi rendendo attiva la rete di distribuzione con conseguente maggiore complessità nella gestione. Da qui deriva la necessità di sviluppo delle “Smart Grid” e delle relative funzionalità per una gestione che risulta più complessa rispetto alla rete passiva, che richiede una maggiore flessibilità e che, tra varie funzionalità, prevede un ruolo più partecipato e consapevole da parte degli utenti/prosumer.
Una Smart Grid è, infatti, secondo una definizione comunemente accettata, una rete elettrica in grado di integrare in modo intelligente le azioni di tutti gli utenti collegati – in primis produttori e consumatori – per fornire in modo efficiente forniture elettriche sostenibili, economiche e sicure, con un diffuso scambio di informazioni che permettono di monitorare e gestire la rete, la produzione e i carichi per soddisfare le diverse esigenze in maniera più efficiente, efficace (affidabilità e resilienza) e sicura.